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Anello regolabile con bottone e pietra rossa in filigrana sarda d’argento dorato – Filu & Trama

 35,00

Dimensioni: regolabile, dalla 8 alla 17

Materiale: argento dorato 800°/°°, pietre rosse

Articolo prodotto interamente in  Italia con materiali conformi alle norme vigenti EU.

I BOTTONI hanno forma del seno (con tre diverse forme principali: conico, sferico o a melagrana) e sono diffuse più o meno in in tutta l’isola, anche se il bottone conico tende ad essere associato maggiormente alla zona del nuorese. Vengono realizzati in oro o argento lavorati con la tenica della filigrana, e in cima c’è una pietra che ricorda il capezzolo.

Era un amuleto che doveva proteggere la donna e il bambino, per questo aveva questa forma. Si diceva che di notte le streghe si avvicinassero ai bambini per succhiargli il sangue, ma il bottone, dotato della giusta pietra forniva protezione. Questa protezione proveniva dalle fate, le Janas (vedi domus de Janas in tutta l’isola) che realizzavano questi amuleti magici filando l’oro e incastonando ossidiana (pietra vulcanica) per sotterrare il male e il corallo (creatura marina) per annegarlo sotto l’acqua.

 

 

Esaurito

Descrizione

È il gioiello che maggiormente caratterizza i costumi tradizionali delle feste: il bottone sardo,  d’argento che sia, è realizzato in filigrana finemente lavorata e ritorta nella tipica forma mammellare, che risulta circolare e convessa e sulla punta reca un pallino o una pietra colorata, rappresentazione simbolica del seno di Tanit, dea punica della fertilità. La medesima forma si ritrova anche nei bottoni più antichi e pregiati, precedenti alla dominazione spagnola e realizzati in lamina traforata. Questo gioiello tipico è diffuso in tutta la Sardegna e, sebbene senza sostanziali variazioni, a seconda delle zone si possono osservare modelli, dimensioni o forme prevalenti: coralli o granati nella parte terminale della calotta per la tradizione logudorese, che lasciano il posto ai turchesi nel Nuorese. E mentre ad Ittiri i bottoni che chiudono ‘sa buttonera” sono di grandi dimensioni e vengono applicati in file di dieci alle maniche dei giubbini femminili, a Osilo sono 11 per braccio ma più piccoli e semplici. Oggi l’arte orafa sarda può contare su numerosi abili rappresentanti

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